una tana nella giungla

la piccolakrukka reclama il suo piccolo angolo nella casa, è convinta di restare ancora a lungo con me. il nuovo lettino non è bastato e nella speranza di tenerla buona le ho procurato un armadio. non le è piaciuto: troppo largo, troppo scuro, solamente ripiani e nemmeno un cassetto. spossato dalle lamentele, sono impazzito e le ho proposto di decorarlo in découpage. mentre le spiegavo in che cosa consiste la tecnica sentivo che mi stavo fregando con le mie stesse mani.
abbiamo vagato due giorni per la città, prima di trovare le immagini di suo gusto: ingeborg voleva l’armadio tropicale con gli animaletti esotici. ormai ero terrorizzato dall’idea di doverli disegnare io stesso. alla fine abbiamo trovato le bestie giuste: l’ippopotamo violetto, il coccodrillo sornione, il leone rasta, il rinoceronte maleducato, gli uccelli bizzarri, la giraffa psichedelica.
altri due giorni sono trascorsi nel ritagliare ed incollare decine di figurine – non lo facevo dai tempi dell’asilo – e lottando contro la dannosa curiosità di behemot. non si faceva in tempo a posare un pennello che la nerogatto ci giocava a hockey. la piccolakrukka ha preteso anche un metro per misurarsi, dotando il fianco dell’armadio di tacche e numeri in carta colorata.
debbo ammettere che il risultato è davvero bello. ora bisogna trovare un modo per pulire i cuscinetti della nerogatta, vetrificati dalla lacca.

una libridine

no, questi sono quelli che debbo
leggere entro il mese prossimo,
gli altri li tengo all’univesità
umberto eco

ma li hai letti tutti? chiede incredula ingeborg, dopo aver esplorato la mia libreria. la tentazione di rispondere no, quelli sono i libri che non ho letto è forte, ma mi trattiene il timore di innescare la rischiosa domanda: e quelli che hai letto, dove li tieni? potrei ribattere come roberto leydi: molti di più, signore, molti di più. frase che gela qualsiasi mortale ma che dubito possa scalfire la candida e giovane mente della piccolakrukka.
ingeborg si china senza attendere la mia risposta e raccoglie il suo prezioso zainetto, custodito gelosamente sotto il divano. lo aveva con sé il giorno del nostro primo incontro e non ne ho mai indagato il contenuto: è il suo legame con il mondo dei vivi, la cosa più preziosa che ha. lo apre e con gesti altezzosi – è un peluche, quello? – estrae un libro alla volta, ponendoli sulle mie ginocchia.

  • il classico die schönsten sagen des klassischen altertums di gustav schwab
  • il fantastico die herrin von avalon di marion zimmer bradley
  • il bestiale das große tierlexikon
  • l’avventuroso die freibeuter des königs di james l. nelson
  • il patetico hanni und nanni di enid blyton

la piccolakrukka mi chiede il permesso – in realtà, è evidente che mi concede un onore – di arricchire la mia biblioteca privata e torna nell’altra stanza cantando qualcosa come meine freunde die bücher.
è quasi ora di pranzo. cerco ingeborg per stabilire il menù e, con orrore, scopro che ha sconvolto l’ordine costituito dei miei libri. la giovane eretica mi mostra trionfante la nuova, plebea classificazione per autori in ordine alfabetico. adesso non le rimane che invadere la polonia.
ho sempre suddiviso i miei libri per casa editrice, un piccolo vezzo che suscita senso di inferiorità e inadeguatezza nell’incauto visitatore. e ora come trovo storia della russia e dell’italia – romanzo storico epistolare – di paolonori e marco raffaini, collana libridimerda della fernandel? un sottile ragionamento mi porta a ritenere che possa precedere gita al faro di virginia woolf, ma non ci giurerei.
con flemma sofferta riporto gli scaffali alla loro biblionomia originale, mentre ingeborg osserva preoccupata i tic che mi devastano il volto. per un tacito accordo, riservo uno spazio ai suoi libri e li ordino per autore.
torno a leggere la valigia di sergej dovlatov, sdraiato sul letto e di cattivo umore. poche righe serene, e la piccolakrukka piomba sul materasso e con tono conciliante sussurra mi fai i tortellini con i porcellini dell’altro giorno?

trieste-messico sola andata

è l’ultima volta che porto con me le due pesti nel parco di miramare.
dopo aver ascoltato tutta la storia del castello e dell’imperatore del messico, la piccolakrukka mi ha costretto a giocare a massimiliano e carlotta. non credo sia mai esistita una principessa più viziata, vanitosa e prepotente. il povero massimiliano non solo doveva sconfiggere i rivoluzionari, farsi regalare un’isola da napoleoneterzo per trascorrere le vacanze e strigliare l’architetto junker per non avere costruito le segrete ma anche tenere d’occhio behemot, che non voleva saperne di fare il cavallo e mangiare erba e conduceva attenti studi sulla fauna locale. la nerogatto aveva compreso subito il meccanismo e, appostata nelle vicinanze dei turisti che richiamavano gli scoiattoli sbattendo le noci tra loro, seminava il panico tra i roditori. l’ho vista saettare fino alla cima di un cedro del libano alto almeno una ventina di metri.
dopo la nobile caccia allo scoiattolo e un noioso thè con elisabetta d’austria siamo discesi nel porticciolo di grignano, ai piedi del promontorio del parco, ma nemmeno lì ho potuto stare tranquillo. behemot ha puntato un pescatore e si è strofinata sulle sue gambe finché non ha ottenuto un paio di sardoni destinati all’esca. non contenta, si è messa sull’attenti per seguire tutti i movimenti dell’uomo, sperando forse in una salpa appena pescata. ad ogni lancio del pescatore temevo che la pelliccia venisse agganciata e la nerogatto fosse proiettata in mare.
ci sono gli squali! ha urlato ingeborg quando l’ho invitata a nuotare con me. io non so che cosa raccontino nelle scuole tedesche. quando andate in italia state attenti agli scippatori e agli squali, forse. le ho parlato dei pesci più strani e dei graziosi cavallucci marini della riserva naturale ma non c’è stato verso di farla entrare in acqua. ha pure cominciato a lamentarsi: non ci sono conchiglie, dove posso cercare le conchiglie, voglio le conchiglie, a che cosa serve andare al mare se non si possono avere le conchiglie.
ho dovuto tuffarmi ed emergere con conchiglie, gusci di riccio e sassi dalla forma strana fino a sera. ancora adesso mi esce acqua salata dalle orecchie e dal naso.

gargarismi

ho cercato a lungo le parole giuste per dirglielo. non le ho trovate e allora ho usato quelle sbagliate. la piccolakrukka l’ha presa bene e ha pianto solamente per due giorni, sfortunatamente anche nel sonno.
behemot l’ha presa meno bene. non si era ancora ripresa dalla corrida e il lamento ininterrotto le ha frantumato i nervi. si è ritirata sul ciliegio da venerdì e spero vi rimanga finché non ho raccolto tutte le ciliegie. nessun uccello ha più osato depredare l’albero.
per distrarre ingeborg, l’ho sfidata ad una gara di fonetica. vince chi pronuncia meglio, rapidamente e con fluidità, una erre prolungata: io mi sono cimentato in quella gutturale, lei nella mia. ho vinto io ma sono stato sorpreso a barare con un sorso d’acqua e un interminabile gargarismo. la piccolakrukka minacciava una nuova crisi e ho evitato la tortura insegnandole un guarda il verde ramarro tra la rada erba rorida di rugiada. così si esercita e non piange.
non ripete altro da ieri – la casa sembra invasa dai corvi – e io sto impazzendo. me ne vado sul ciliegio.

passi di limbo

Agente di Viaggio
Manuel Calavera
DDM – Filiale n°974
Trieste, Italia

14 marzo 2005
Oggetto: Procedura Anime Errate

Le comunico che non esiste nessun file a carico dell’anima da Lei appena acquisita in quanto il dossier è tuttora in fase di aggiornamento. Leggere la cronaca locale rientra tra le Sue mansioni al fine di svolgere una tempestiva ed efficace attività di acquisizione delle Anime Errate. Il soggetto in questione è stato investito da una moto d’acqua nella baia di Sistiana ed è ricoverato in stato comatoso presso l’Istituto Burlo Garofolo di Trieste.
Lei dovrebbe sapere che il coma è una delle manifestazioni terrene degli errori reversibili o irreversibili che possono verificarsi nella dimensione ultraterrena. La gestione delle anime rappresenta un problema molto complesso.
Ora non è possibile prevedere la risoluzione di questo caso in un senso o nell’altro e quindi La invito a prendersi cura del soggetto fino a nuove comunicazioni.

Don Copal
Direttore di Dipartimento

è una parola.
mi è appena sfrecciata tra i piedi behemot, letteralmente ricoperta di mollette colorate da bucato. dalla cucina ha poi fatto capolino la piccolakrukka, urlando caramba bolero ich bin ein torero!.