a volte mi faccio paura. quattro parti di capoinbì, una di kirsch e lo sguardo della mia mente penetra il destino dell’universomondo.
il nerogatto è inquieto in questi giorni. miagola spesso e talvolta corre come una freccia da una stanza all’altra, spesso perdendo aderenza in curva e schiantandosi sulla parete. quando esco di casa mi segue ovunque vada, mantenendosi ad una certa distanza e andando a zigzag da un muro all’altro. si ferma ogni tanto, giusto per strofinare il naso su ciuffi d’erba o tubi di scappamento. forse in città l’erba ha l’odore aromatico del benzene. se cammino lungo strade trafficate non si arrende e mi affianca, strisciando sotto tutte le auto parcheggiate. a casa mi tocca sempre pulirlo perché torna unto come una mozzarella in carrozza e non voglio che lecchi olio lubrificante: dovrei cambiare la sabbia della cassetta ogni due ore.
in questi giorni di svolta epocale, sento il bisogno di dare un nome al nerogatto. benedetto ormai è preso, e ho pensato a behemot. sembra che gli piaccia: quando provo a chiamarlo, il nerogatto si volta. ma non verso di me, dietro di sé.
credevo che nerogatto fosse proprio il nome del gatto…
behemot è il nome di un demone. ho controllato. pare che sia enorme e feroce. ma povero animale….
(il mio si chiamava benito)
sarà bello benito, con quello che evoca.
behemot è un demone ma anche il nome di un personaggio di ‘mастер и mаргарита’ di michail bulgakov.
non è un caso 🙂
il maestro e margherita?
sua moglie invece si chiamava gatta
temo che le cose mi stiano fuggendo di mano.
hai finito di ridere? ho dovuto interrompere ma entro la prossima settimana behemot non avrà più segreti. ecco.
(dici che dovrei conoscere anche quel sergejdovlatov tuttattaccato?)
sì. ma staccalo, prima di cominciare. direi che puoi partire dalla raccolta di racconti la valigia.