guarda(che)roba

è irritante svegliarsi una mattina di ottobre, mangiare un panino con l’ombolo in un giornata di luglio, tornare a casa una sera di febbraio. e tutto nell’arco di 24 ore.
non so più come vestirmi, e così pure i miei stati d’animo. ho acquistato un barometro per graditi suggerimenti ma le lancette girano così vorticosamente che spesso lo confondo con l’orologio a muro.

20 thoughts on “guarda(che)roba

  1. Un’ora fa fuori dall’ufficio splendeva il sole, sopra casa mia pioveva, e in cortile grandinava di brutto.

    Il tutto all’interno di sei chilometri quadrati.

  2. Oh, mi scusi. Mi ero fermata – in quanto a grette e facili ironie – agli esercizi con “I will survive”. Ma deve esserci qualche altro presupposto culturale locale che mi sfugge…

  3. ma dai! e la suoni la cornamusa?

    io ho una maglietta a maniche lunghe. fa più freddo che da te.

    è un post meteorologico.

    in romagna c’è il sole, però è poco assolato

    (ciao. da te e dal gatto che poi è una gatta, un po’ torno)

  4. soprattutto per il luogo. ho scoperto dopo diversi anni – alla lettera – che in piena città c’era un bosco.

  5. “si sieda, signorina. ah, se vuole può chiudere la finestra, lei che è così magrolina questo freddo lo sentirà di più degli altri”

    i prof questo tempo lo sentono di più degli altri.

  6. Semi off-topic: ho abitato e vissuto a Trieste oltre un decennio senza riuscire ad amarla, incompatibilità di carattere tra me e lei purtroppo, ma durante la scorsa notte insonne, la lettura omnia di questo blog m’ha fatto venire nostalgia (qui lo dico e qui lo nego) e voglia di scoprire com’è diventata oggi che manco da quattro anni. Insomma, un complimento a lei che scrive qui, Mr.Manny.

  7. trieste è così, prendere o lasciare.

    Trieste ha una scontrosa

    grazia. Se piace,

    è come un ragazzaccio aspro e vorace,

    con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

    per regalare un fiore;

    come un amore

    con gelosia.

    da trieste, di umberto saba

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