è irritante svegliarsi una mattina di ottobre, mangiare un panino con l’ombolo in un giornata di luglio, tornare a casa una sera di febbraio. e tutto nell’arco di 24 ore.
non so più come vestirmi, e così pure i miei stati d’animo. ho acquistato un barometro per graditi suggerimenti ma le lancette girano così vorticosamente che spesso lo confondo con l’orologio a muro.
Un’ora fa fuori dall’ufficio splendeva il sole, sopra casa mia pioveva, e in cortile grandinava di brutto.
Il tutto all’interno di sei chilometri quadrati.
ora indosso una maglietta a maniche corte, i pantaloni della cerata e ai piedi porto i iazzini .
E la gonna?
dovevi proprio spiattellarlo in giro?!
Ma… ma… veramente …
Calavera porta la gonna, Calavera porta la gonna!
mio trisnonno era un mc alaver.
capisci che dopo lo scoop del nerogatto che era una gatta… beh, da te non ci si annoia!
[miru]
Se m’avessi detto che era un Mc Callan ci avrei creduto di più.
ho cominciato ad esercitarmi con i will survive.
E ora, come bisognerà chiamarti? Priscilla, regina della Bora?
la prego. in buona parte del veneto l’etichetta si presterebbe a facili e grette ironie.
Oh, mi scusi. Mi ero fermata – in quanto a grette e facili ironie – agli esercizi con “I will survive”. Ma deve esserci qualche altro presupposto culturale locale che mi sfugge…
ma dai! e la suoni la cornamusa?
io ho una maglietta a maniche lunghe. fa più freddo che da te.
è un post meteorologico.
in romagna c’è il sole, però è poco assolato
(ciao. da te e dal gatto che poi è una gatta, un po’ torno)
certo, ma con i denti come jimihendrix.
segnalo a questo proposito una lodevole e ormai rodata iniziativa.
Uelà, questa manifestazione non la conoscevo. Bella, però.
soprattutto per il luogo. ho scoperto dopo diversi anni – alla lettera – che in piena città c’era un bosco.
“si sieda, signorina. ah, se vuole può chiudere la finestra, lei che è così magrolina questo freddo lo sentirà di più degli altri”
i prof questo tempo lo sentono di più degli altri.
Semi off-topic: ho abitato e vissuto a Trieste oltre un decennio senza riuscire ad amarla, incompatibilità di carattere tra me e lei purtroppo, ma durante la scorsa notte insonne, la lettura omnia di questo blog m’ha fatto venire nostalgia (qui lo dico e qui lo nego) e voglia di scoprire com’è diventata oggi che manco da quattro anni. Insomma, un complimento a lei che scrive qui, Mr.Manny.
trieste è così, prendere o lasciare.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
da trieste, di umberto saba