fatamorgana

l’informativa del ddm era esatta. l’anima errata è sul molo, ai margini di un rissa per questioni territoriali o di precedenza tra un gabbiano clochard, un ghettogatto e un paio di loschi colombi. un signore minuto, i capelli scompigliati e lo sguardo grigio come un cielo gonfio di pioggia. fissa smarrito l’assurdo orizzonte: a volte emergono dal mare, come una fatamorgana, le montagne. il cielo le preme contro la città, immense ed azzurre. poi svaniscono, o affondano.
chiamo per nome l’uomo, che si volta sorridendo. è sempre così: non mi attendono ma non sono mai sorpresi dall’incontro. avevo dimenticato questa leggerezza, commenta. anni immerso nel piombo fuso, i polmoni e le vene invasi. non è ancora il momento giusto, spiego. pochi giorni, e tornerà da dove è venuto. mi segue senza una parola, concentrato nel camminare in equilibrio sul cordolo di cemento o nel saltare la fuga dei lastroni di arenaria.
a casa, si lascia cadere sulla poltrona per pochi secondi, poi si avvicina alla finestra inondata di sole. behemot, di vedetta sul ciliegio, nota l’intruso e con un balzo è sul davanzale. il signore minuto la afferra per la collottola e, trattenendola fra due dita, la solleva delicatamente davanti al viso. la nerogatto – sconcertata e offesa da una tale sfacciata confidenza – soffia come una pompa per biciclette ma resta inerte, appesa come un culatello. l’ospite la soppesa, sorride, infine la depone. behemot si dilegua tra i rami del ciliegio dove rimane a fissarlo, sbuffando furiosa.
il signore minuto torna alla poltrona, sospira soddisfatto, posa su di me gli occhi d’ardesia: ha forse della cotognata?

12 thoughts on “fatamorgana

  1. il signore minuto vale almeno sessanta signori secondi, che si sappia.

    (“l’ospite soppesa, sorride, infine depone”. ecco, secondo me sta tutto in quel sorriso)

  2. derive, per uscire a cercare la consolazione ossigenata di un labirinto. E rituffarsi a perdersi nella curva della prossima risacca di deriva.

  3. …eppure ad ogni respiro il mare leviga la riva, consuma in sabbia i ciottoli, ruba strisce di sabbia e se le porta via. Crea immagini e somiglianze mutevoli del suo viso inquieto e mutante come la vita. Può darsi sia sconfitta, dici, ma magari anche vittoria, creazione, urlo di rabbia liquida, rivolta, sfida, vita.

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