i segni del tempo

un miagolio basso, rauco, continuo. come un rantolo.
sorprendo la nerogatto sullo schienale del divano, vibrante come un diapason. seguo la direzione indicata dal suo muso appuntito fino ai ripiani della liberia, dove scorgo zorba il geco, stampato sul dorso di un libro. behemot trattiene la preda con lo sguardo, comprime e assesta un muscolo alla volta, studia traiettorie impossibili. i calcoli sono tutti sbagliati, le dico, puoi solo schiantarti. tento di dissuaderla, premendole una mano sul fianco, ma il suo ruggito soffiato è più convincente e mi allontano io. la raffica d’avvertimento, una rapida scarica di mollette da bucato, la induce a desistere ma la nerogatto, scivolando silenziosamente fuori dalla stanza, mi lancia un ultimo inequivocabile sguardo: non finisce qui.
zorba appare smagrito. forse per il lungo letargo, forse per la sauna, forse è un altro geco. avrei dovuto marcarlo con un pennarello, per distinguerlo dai suoi simili.
getto uno sguardo fuori dalla finestra. solo in caso di brutto tempo zorba si rifugiava tra i libri, altrimenti era solito ornare la parete sud, tra la finestra e la stampa di andreapazienza. e ripensandoci, mentre rincasavo non ho notato l’onnipresente e marmoreo gatto su pilastro [anonimo, 2006]. brutto segno.
guardo il cielo, e già sembra più grigio.

13 thoughts on “i segni del tempo

  1. Anche noi avevamo un geco, ma son più di otto mesi che non lo vedo… e son tornati i musati… mi sa che oliver (il boxer) s’è mangiato il geco…

  2. (prendendo coraggio dal gesto di effe)

    ciao, sono lacenere, confesso che ho tentato inizialmente di liberarmi dal geco portandolo giù in giardino, ma lui ritornava sempre

  3. da me, nel sud i gechi portano fortuna.

    uno mi vive in bagno

    e le sere quando esce dalla tana lo salutiamo

    ….anche il mio gatto una volta ha tentato di agguantarlo ma non c’è riuscito….

  4. effe, dal momento che, anche da me non si è mai visto un geco, devo dedurre che siano privi di spirito olimpico…

  5. (è preda di una crisi di pianto con accessi nervosi che lo scuotono)

    Non è colpa mia, è che ci ho avuto un’infanzia difficile nella banlieue. Ma ora mi pento d’aver preso a testate un povero geco.

    (lo portano via tra i singhiozzi)

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