mi si avvicina un vecchio, appoggiandosi ad un bastone e con una cartella in cuoio sotto il braccio.
– scusi.
– sì?
– le interessa un portadocumenti in pelle per la sua macchina?
– no grazie.
– ma è quasi nuovo, non ha un graffio.
– no, davvero.
– comprende anche un portachiavi! sa, fa la sua figura.
– mi spiace, non ho nemmeno l’automobile.
– glielo faccio per poco. potrebbe regalarlo, poi.
– guardi, non saprei a chi.
– le verrà in mente, e io intanto mi ci compro le sigarette.
– perché non rinuncia? risparmia soldi, fa del bene ai suoi polmoni e non nuoce alla salute degli altri.
– eh, se la mette così aspetto quello del camion delle bibite. magari ci scappano due bottiglie di vino, con questo bell’articolo.
– …
– e una casa in affitto, le serve?
se i parenti si ostinano a non dargli un euro per i suoi vizi, quello gli vende anche la sedia sotto il culo.
no, sono io che mi ci sono installata da un mesetto. lavoro nel ramo immediatamente antecedente al tuo e ho una tuta arancione. indovina cos’è.
ah, sono la ranocchia dal picì dell’ucì
operaio anas?
quasi
miliziana volontaria addetta al dolce marketing aggressivo degli hare krishna di collecchio?
se riesco a essere abbastanza carina, da settembre mi pagano
di quale anno?
ecco, parliamone.
“Perché non rinuncia? Risparmia soldi, fa del bene ai suoi polmoni e non nuoce alla salute degli altri.”
Hai ragione, lo dico sempre anch’io che bisognerebbe abbandonare l’automobile e riprendere ad andare a cavallo.
perché, non è vero?
io cmq il cavallo lo preferisco nel piatto.
Non farmi dire. E’ per me fonte di gravi conflitti interni. La carne di cavallo, intendo. Non il fumo. Oddio, anche il fumo…
Insomma, te l’avevo detto di non farmi dire!
fumati una sigaretta, così non dici 🙂
ma come si fa a mangiare un cavallo. sei un mostro.
gli hai comprato poi qualcosa, al nonno?
non finanzio i vizi altrui, solo i miei.
e la pastissada è la morte sua.
del cavallo, non del nonno.