the pandemonium
was in full swing
un caffè tra le mani, ad oliare dita che non osano aprire una finestra.
il cielo tumefatto preme su questa primavera compressa e perfino il ciliegio sembra in bilico. aria aria aria, per non soffocare. behemot non si formalizza, un solo invito avulsivo e siamo fuori.
granzi pasquali vivi e inferociti recita l’acuto titolo d’apertura del mio quotidiano preferito, la vetrina della pescheriadavide. e poi quattro passi svogliati fino alle rive, a scrutinare la linea sfocata dell’orizzonte in trepida attesa della lieta novella d’oltreoceano, mentre la nerogatto guata le meduse.
O_o granzi pasquali vivi e inferociti?
…me lo dice sempre, mia nonna, che i triestini son gente strana… e io che non le credevo…
🙂
Steelrain
la vetrina della mia pescivendola recitava “granzi vivi e barufanti“… non male neanche questa, eh?
[juni]
è vezzo tipico dei pescivendoli triestini.
avevo letto ganzi, che qui sotto l’Alpe il granzo non esiste proprio come lemma (e quindi suppongo che non ne potrei avvertire il sapore nemmen quando ne assaggiassi)
ieri sera ho mangiato le pavarazze.
ognuno ha i propri vezzi e i propri pesci
non vi andava bene vongole?
Effe, credo che “granzi” non esista appena oltrepassati i confini della Bisiacarìa 😀
[e con questo spero di non aver offeso il padron di casa 😉 ]
sei sorprendente. conosci pure le pavarazze…