siamo ormai ai días de muertos, i giorni in cui i morti tornano nel mondo dei vivi – a volte attesi e graditi ospiti, più spesso inaspettati e tetri seccatori. e io, sospeso tra i due mondi, resto ai margini della grande festa. il classico tizio con il bicchiere in mano e il taglio di capelli sbagliato, un bassorilievo sul muro, che contempla a disagio danzatori, musici ed amanti.
potrebbe essere una buona occasione per tentare di rintracciare la piccolakrukka, ma la confusione è grande nel giorno in cui morti e vivi si mescolano, sovente indistinguibili.
quest’anno voglio festeggiare anch’io, e scacciare la malinconia. siamo io, il sauro, la nerogatto. due uniposca, uno giallo e uno nero, e zorba il geco sarà salamandra. per behemot, invece, ho visto su totenmoden un completino da urlo.
ed io, io sono perfetto così come sono. mi porterò solo una pratica bodybag impermeabile con zip, dovesse piovere o tirare vento.
Se Behenot ti ripudia – come è giusto che sia – me lo prendo io.
Mi prenoto per il geco. Prima o poi dovrà pur stufarsi anche lui (ma dico, con l’Uniposca?!?!).
dico, e allora a me cosa restano, a questo punto, i due Uniposca?
Tanto ci si rivede, o Benandante.
Sotto la bodybag metta una maglietta di lana, che si va verso il freddo.
La bodybag, bella è bella, però un po’ scomoda per suonare i campanelli.
perchè festeggiare? zucche celtiche illuminate, e percosa vengono messe a guardia, da chi? di morti in gessati c’è pieno in giro, spero sprofondino!
uh che nero che sono…
Alex
Io però sono contro Behemot, ammesso e non concesso che la cosa ti interessi. Io se avessi un gatto nero lo chiamerei Ippopotamo. Penso che comunque sopravviverai al mio disaccordo.
tamas
Ho imparato una cosa nuova, e ciò mi fa felice.
Ohi, stiamo attenti: ché l’ultima volta che il non morto in bodybag ha fatto discorsi strani siamo rimasti chiusi qua dentro senza luce per due mesi.
[miru]
scusatemi, torno subito. mi si è inceppata la zip.
Oggi mi è venuto in mente, mentre in macchina facevo una curva a gomito, che forse sei tu ad aver vinto “La pupa e il secchione”. Torna tutto: giovane genio triestino con uno spiaccato gusto per il macabro. Quindi secondo me la pupa sei tu.
tamas
mi imbarazza ammetterlo, ma lo conosco personalmente.