camera con svista

io di sesso non ho mai capito molto neppure in vita.
sono alla finestra e osservo con invidia behemot, disteso su un ramo del ciliegio in fiore come un antico romano sul triclinio. entrambi ci svegliamo al mattino per aspettare la sera ma vi è una sottile differenza. il nerogatto non fa nulla, ma lo fa con classe. il suo codice genetico è scritto nel segno dell’indolenza mentre io vi sono costretto. behemot sa assaporare i piccoli piaceri quotidiani, quali lo stare sdraiati su un ramo di ciliegio, con il naso tra i fiori e il sole che ti accarezza. io no. io sono sempre in attesa di qualcosa che non conosco. vivo di imprevisti.
almeno venisse glassato dalle formiche.
non posso sopportarne oltre la vista. e se non godo io, non deve godere nemmeno lui. vado in cucina a prendere un pacco di riso e torno alla finestra, scuotendo la scatola – bastardo – a simulare croccanti delizie. behemot orienta le orecchie a piccoli scatti e si materializza sul davanzale, il suo naso contro contro il mio.
ha un’aria così delusa, quando si rende conto che non gli offro nulla, da farmi sentire un verme. ma sembra dimenticare il mio gesto crudele, mentre si allunga soddisfatto sotto le mie carezze. vibra del suo dolce brontolio e si distende sul dorso, cercando la mia mano con piccoli morsi e lievi zampate.
un particolare, o meglio l’assenza di un dettaglio interrompe le mie effusioni. perplesso e incredulo, colto da pudore ed evitando una verifica tattile, soffio tra il soffice pelo del suo ventre. con una rapida torsione behemot si rialza e torna sul ciliegio, contrariato ed offeso.
non li ha. non li ha mai avuti.
è una neragatta.

17 thoughts on “camera con svista

  1. da marzo.

    forse è una sorta di cernia pelosa e cambia sesso dopo qualche mese di vita. ma nel senso contrario.

  2. ho l’idoneità di lingua inglese da 5 crediti, leggo bene il francese, e ho una buona conoscenza di windows e office. e poi me lo merito: nella vita precedente ero un pallet di legno d’acero.

  3. ah, ecco svelato il mistero crnamacka!

    Se una di queste sere la passa a prendere un tipo con gli occhi azzurri, i calzini bianchi e le vocali molto aperte per invitarla a vedere il tramonto a Barcola, mettimelo sul primo treno per G. 🙂

    ciao, miru

  4. miru, guarda che un tizio con le vocali aperte ma soprattutto con i calzini bianchi non lo auguro a nessuno.

  5. l’orlo del baratro ha il suo fascino.

    ma un conto è gettare un piccolo sasso per sondarne la profondità, un conto è buttarvicisi.

  6. un colpo di scena…

    ho sentito la musichetta taattaa da colpo di scena e ho aperto la bocca come si conviene. ora l’ho richiusa.

  7. non resisto: il tuo gatto astaroth mi sembra il fungo “leucoagaricus gongylophorus” e tu, manuelcadavera, la formica “atta cephalotes”;

    questo gatto riceve carezze e croccanti delizie semigratuite, – unica spesa: farsi guardare sdraiato al sole da un letteratto che dice “non sarò mai come te”; in più si gode anche i piaceri del sesso. Ai gatti i prossimi cinquanta milioni d’anni. Manuelcadaveri permettendo.

    Stilista

  8. Era successa la stessa cosa a una mia amica, o meglio, al suo gatto. Che così da Sissi è diventata Pedro. La gatta, sempre.

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