i giovani d’oggi amano la cultura. mica come noi, che non avremmo mai scritto sui muri linea d’ombra, sulla strada o chiedi alla polvere.
i giovani d’oggi amano la cultura. mica come noi, che non avremmo mai scritto sui muri linea d’ombra, sulla strada o chiedi alla polvere.
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noi giovani siamo romantici, mica come romeo e giulietta che il finale è brutto (“io e te, due metri sotto terra”).
(si metta a verbale che io mi vergogno quando scrivo certe cose)
e comunque, per il seguito, s’è ispirato ai muri: Ho voglia di te, m’è parso d’averlo già letto da qualche parte.
“Lei chiude gli occhi trattenendo il respiro, improvvisamente rapita da quell’emozione incredibile, da quel dolore d’amore, da quel magico diventare sua per sempre. Alza il viso verso il cielo, sospirando, aggrappando alle sue spalle, abbracciandolo forte. Poi si lascia andare, delicatamente più tranquilla. Sua. Apre gli occhi. Lui è lì, dentro di lei. Quel morbido sorriso ondeggia d’amore sul suo viso baciandola ogni tanto. Ma lei non c’è più. Quella ragazza dagli occhi azzurri spaventati, dai tanti dubbi, dalle mille paure, è scomparsa…”
(Tre metri sopra il cielo)
“L’amore invece è quando non respiri, quando è assurdo, quando ti manca, quando è bello anche se è stonato, quando è follia… Quando solo all’idea di vederla con un altro attraverseresti a morsi l’oceano.” (Ho voglia di te)
Con dei testi così profondi (!!!) come si fa a non capirli questi milioni di acquirenti?!!
Fermate il mondo, voglio scendere.
devi convenire, però, che “io e te sulla strada” faceva un po’ sfruttamento della prostituzione eh…
romanticismo: porta sempre rogna!
meglio un sano e consapevole egoismo.
yakke
Che poi la’ ci starebbe meglio una cosa tipo “Un tram chiamato desiderio”, no?
e nella foto che ho ridimensionato non si vede l’intervento dell’artista pancazzista [v. benni] che tra te e tre ha inserito la postilla in figa.
c’è poi da dire che scrivere su un muro chiedi alla polvere sembra una roba dipo il dodiciditelecomitàlia.
no, aspetta.
quando l’ho pensata aveva senso.
quello che importa è grattarmi sotto le ascelle è perfetto da scrivere in uno stabilimento balneare, in zona doccia. quando mi hai lasciato mi hai lasciato tre mutande è indicato sul muro della casetta delle ex fidanzate.
quanti spunti il vecchio charles!
( mi aggrego alla parentesi di eddiemac)
tre metri sopra il cielo: io, te, e sei bombole d’ossigeno.
questo, doveva essere il titolo. diciamolo, ai gggiovani, che a quella quota non si respira. eh.
[v. miru]
Io ne ho trovata una scritta su un canale di scolo: raccapriccio.
(ma allora questo è un post generazionale)
ai miei tempi si scriveva Più case Meno chiese, e a mettersi d’impegno ci si poteva commuovere anche così
(ma poi cosa andrà cercando, Fainberg, nei canali di scolo)
a questo punto parte il concorso la prima scritta che ricordi (non autografa). la mia è:
piero è vivo e lotta insieme a noi
non credo si trattasse di fassino, erano altri anni. non saprei dire se fosse un ultras o un autonomo.
la prima in assoluto proprio non saprei. ne ricordo con piacere una su un muro di varese (non è mica durata tanto, però). c’era scritto:
bossi liberaci. muori
(ora, un attento esame grafologico avrebbe dimostrato come la seconda parte della scritta fosse stata aggiunta successivamente da un secondo autore)
Tornando al commento 3, a me verrebbe da pensare al testo di “Razmataz” di Claudio Bisio (altroché Zelig!) scritta in collaborazione con Rocco Tanica: “E quando ti lascierò sul viso i segni del saldatore / sappi che non ti porterò nessun rancore”. A mio avviso dopo quelle frasi ci starebbe benissimo.
Una volta ricordo di aver visto su un muro di Pisa la scritta “Ti amo, de’!”, poi rimaneggiata in “Ti amo, firmato un deficiente”. (c’è maretta da quelle parti)
andrea
La prima scritta che ricordo diceva cazzo. Sintetica e scioccante. Direi che me la porto dentro ancora oggi.
Sapevo a malapena leggere e la parola in questione allora non era di moda.
sono venti minuti che ci penso…
ma mica mi ricordo. non sono una che legge le scritte per strada. solo quelle sulle porte dei bagni. ma non credo valgano.
e poi non posso scriverle che mi vergogno.
La prima: EMOSCAMBIO.Era scritta molto in grande, facile da leggere anche per una principiante.(Quanto alle toccanti citazioni letterarie qui sotto riportate devo dire che la descrizione è paro paro a quelle che si leggevano in certi romanzi di Liala che mia nonna mi passava. Lì i protagonisti erano sempre aviatori. Sempre sopra il cielo, comunque.)
sarà stato un testimonedigeova dissidente.
Io ricordo un sesso ai sassi mario sossi, scritto in nero su un muro giallo. L’ho sempre trovato di una poesia indicibile.
EMOSCAMBIO lo ricordo anch’io, lungo non so quale autostrada.
Qualcuno ne conosce la storia? (perché ci deve essere una storia)
non sono andato poi così lontano, con l’ipotesi del testimonedigeova dissidente.
Due scritte. La prima, sul muro del viale che portava alla scuola elementare: “MARIANO RUMOR BOIA” (“nonna, ma chi è Mariano Rumor?” “un delinquente”)
La seconda, tempo dopo, mai risolta:
“Ti credevo speciale. E le vetrine?”
C’era una storia dietro, sicuro. Non l’ho mai capita.
[miru]
Ti credevo speciale. E le vetrine? la ricordo anch’io. A leggerla ti si spalancava un mondo davanti. Io, per dire, ho sempre pensato che dietro ci fosse il rimprovero per una mancato colpo in banca, o qualcosa del genere.
e infatti, due sono le cose:
lei dice a lui: “ti credevo speciale, e invece te ne vai a spaccare le vetrine come un rapinatore qualsiasi”.
lui dice a lei: “ti credevo speciale, e invece mi dicono di averti vista ad Amsterdam”.
(la terza, che lei fosse un’ammiratrice compulsiva di vetrine come tutte le altre, non mi soddisfa).
[miru]
oppure lui ama lei, vetrinista. la ama tanto che la considera una grande artista. poi, una pasqua qualsiasi, lei prepara la vetrina di un negozio di alimentari con pulcini piumini (quelli gialli che sembran fatti di scovolini da pipa) uova di cioccolato e di zucchero. lui è costretto ad aprire gli occhi e a riconsiderare l’opinione che ha di lei. e, forse, non è più così sicuro di amarla.
ah, lui è l’uomo che lava le vetrine, va da sè.
nemmeno umbertosaba avrebbe potuto usare più mirabilmente le parole scovolini da pipa.
(il vantaggio di esser tabagisti)
io propendo per una corruzione dialettale.
Vetrine sta per “vetrini”, quelli usati per le analisi al micriscopio.
E insomma, lui era innamorato pazzo di lei, e la cosniderava diversa da tutte, e poi lei gli dice che aspetta un bambino, e lui è al colmo della felicità, un figlio, diomio, un figlio, ci può essere qualcosa di più meraviglioso?
Poi però ricorda che un esame di laboratorio fatto tempo addietro lo ha indicato come del tutto sterile.
E ne chiede conto, il poveruomo, all’ignobile fedifraga.
Ogni giorno, mentre vado al lavoro, vedo la scritta:
“X MUSTACA” e a capo, stessa scrittura, “TOPONE DE GOMMA”… Non ho mai capito il senso. Potete aiutarmi? Mi accontento di qualsiasi indizio…
[juni]
perché ho la strana sensazione che tu intervenga in conversazioni telepatiche?
è come un déja vu all’incontrario.
illuminami, por favor…
io vedo quasi quotidianamente la scritta ALIDE DOV’E’ LA BICI. la cosa non mi infastidisce, ho scoperto. potrebbe essere un buon titolo per un libro, anzi.
eka
per tutto il ciclo delle elementari ho atteso il bus fissando la scritta a caratteri cubitali (ma che sbiadiva di anno in anno..) zico vieni a pescare con noi ci manca il verme ..e mi chidevo ma chi sarà mai sto zico?
(juni’s guest)
se ti legge un tifoso dell’udinese ti scotenna.
la scritta mi è tristemente familiare….mirano,se non erro….
la prima che ricordo è “ace max e tommaso liberi”…(?)…
comunque,chi lo sa perchè sei tra i primi risultati di google ricercando “grim fandango”?…manny manny….
saluti
aaaah orrore. si è proprio doveogni volta devo passare per fare visita ai nonni. che triste triste….orrore
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